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Traduzione di Aldo Carpanelli, pubblicata anche su Il sito di Carpanix
27 maggio 2003, 1400 PDT (FTW) – Prima di saltare immediatamente a bordo delle scialuppe di salvataggio rappresentate dalle energie alternative, il ricorso alle quali ci consentirebbe di mantenere il tenore di vita attuale, non pensate che sarebbe saggio assicurarsi che galleggino?
Ecco nove domande che dovreste porre a voi stessi e a chiunque pretenda di avere trovato una alternativa perfetta al petrolio. Dopo avere risposto a queste domande, potrete avere le idee più chiare circa il fatto che sia o non sia il caso di saltare, voi e la vostra famiglia, in una scialuppa che potrebbe affondare in breve tempo.
Illudersi che il problema dell’energia sia stato risolto garantisce solamente che la crisi, alla fine, colpirà voi e il pianeta ancora più duramente.
La fine dell’Era del Petrolio è un gioco nel quale la posta è costituita dalla vita e dalla morte. Potete permettervi di fare i cavalieri, in un caso simile? Non pensate a passi prudenti (ma dal risultato temporaneo, che dovrebbero essere messi in atto solo per attenuare il colpo) come se fossero soluzioni.
Queste domande sono state ordinate per importanza e in base alla loro efficacia nel mettervi in grado di valutare rapidamente una fonte di energia alternativa. Se non potete ottenere la risposta giusta alla prima, non è il caso di proseguire.
Dopo avere risposto a tutte e nove le domande, scoprirete — da un punto di vista scientifico più che da un punto di vista emotivo — che non esiste un efficace sostituto per l’energia oggi fornita dagli idrocarburi.
1. | QUANTA ENERGIA SI OTTIENE DALL’ENERGIA INVESTITA? (EOEI = Energia Ottenuta dall’Energia Investita) |
Si è tenuto conto di tutti i costi energetici? Questo è il punto sul quale
troppe energie alternative cadono anche di fronte all’esame più semplice. L’uso commerciale dell’idrogeno offre un chiaro esempio di come sia necessaria più energia per produrre il combustibile di quella ottenibile dalla sua combustione. La materia prima dalla quale oggi si ricava l’idrogeno è il gas naturale. Il gas naturale viene trattato col vapore. Il vapore non è che acqua portata ad ebollizione per mezzo di ulteriore gas naturale, petrolio o carbone, sotto forma di combustibile o di elettricità. Il buon senso suggerisce che questa non può essere una soluzione, poiché fa ancora affidamento sui combustibili fossili. Per quanto riguarda la conversione dell’acqua in idrogeno per mezzo dell’elettrolisi, lo scienziato David Pimentel ha determinato che produrre l’equivalente di 1 miliardo di kWh di idrogeno richiede 1,3 miliardi di kWh di elettricità (BioScience, Vol. 44, No. 8, settembre 1994.) Quand’anche fosse ottenibile una piccola EOEI positiva, non si tratterebbe di una soluzione, poiché i combustibili fossili, nel loro complesso, restituiscono molte volte l’energia investita, non sono una parte. Per questo li usiamo. L’etanolo è un altro caso in discussione. Alcune ricerche hanno evidenziato una EOEI negativa per l’etanolo. Una ricerca più recente proveniente dall’Oregon mostra una EOEI leggermente positiva. L’etanolo, nel migliore dei casi, è una alternativa appena vantaggiosa, non un sostituto. Le pretese secondo le quali le automobili possono funzionare impiegando olio vegetale, non tengono mai conto della quantità di energia necessaria per produrre l’olio vegetale stesso (la coltivazione, il trasporto della materia prima vegetale, l’estrazione, ecc.). Gli impianti che riciclano la plastica ricavandone petrolio, non tengono conto del fatto che la plastica è ottenuta dal petrolio, e che per trasformare questo petrolio in plastica è stato necessario impiegare una grande quantità di energia. Analogamente, la nuova tecnologia della depolimerizzazione termica non è una fonte di energia alternativa plausibile. Questo processo riconverte rifiuti a base di carbonio in idrocarburi. Questa tecnologia è utile e può essere di un qualche aiuto nella fase discendente della curva di Hubbert, ma non rimpiazzerà mai i combustibili fossili. Perché? Perché quei rifiuti derivano dall’impiego dei combustibili fossili. Anche nel ricorrere agli scarti dell’allevamento dei tacchini, si deve tenere conto di 1) il mangime, 2) il fertilizzante usato per concimare il raccolto dal quale è derivato il mangime (richiede gas naturale), 3) le procedure di coltivazione del raccolto, 4) le procedure di mietitura/trebbiatura, 5) le procedure di irrigazione (impiegano petrolio e gas) e 5) come i tacchini hanno raggiunto il mercato (i trasporti richiedono petrolio). La depolimerizzazione termica dovrebbe più giustamente essere intesa come una forma di riciclaggio. Ma questo processo non fornirà mai l’energia netta dei combustibili fossili originali. Man mano che si ridurrà la disponibilità dei combustibili fossili, si ridurrà anche la materia prima per metterlo in atto. Ogni energia alternativa che si pretenda possa costituire una soluzione alle prossime venture carenze di petrolio e gas deve essere corredata da una trasparente documentazione riferita alla sua EOEI. Se così non è, significa che c’è qualcosa da nascondere. |
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2. | LA PRETESA FONTE DI ENERGIA ALTERNATIVA È STATA VERIFICATA DA TERZE PARTI INDIPENDENTI? |
Nella vita di ogni giorno, si chiama “la prova nel budino” [strana espressione
idiomatica inglese, che penso possa somigliare alla nostra “prova del nove” - N.d.T.].
Presso i circoli scientifici, viene chiamata peer-review [alla lettera,
“revisione alla pari” - N.d.T.], e solitamente implica che la ricerca venga pubblicata
su una rivista specializzata. Costituisce un processo che spesso è frustrante,
ma le pubblicazioni nel peer-review assicurano la validità della scienza. Nel valutare la validità di una fonte di energia alternativa, cercate tra gli articoli pubblicati nelle riviste specializzate scientifiche o tra le critiche prodotte da scienziati e ingegneri esperti in quel campo di studi. Alla fine, questo è l’unico modo per confermare la validità delle pretese. Un inventore potrebbe insistere sul fatto che è stato ignorato dalla comunità scientifica, o sostenere che in essa c’è una cospirazione ai danni delle sue idee. È troppo per essere creduto. Non cedete di fronte alla solidarietà o ai desideri. La ricerca di FTW è stata soppressa, ma tutto ciò che chiedevamo è una onesta e aperta revisione delle prove. Questo è il primo test di credibilità. La prova definitiva sta in una dimostrazione pratica, indipendente dal controllo della persona che vende l’idea, in modo che i risultati possano essere verificati da una persona o da un ente che non abbia interessi economici nei risultati. |
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3. | È POSSIBILE VEDERE ALL’OPERA L’ENERGIA ALTERNATIVA DELLA QUALE SI PARLA? |
Siate molto accorti, in questa fase. Vedere non sempre corrisponde a dover credere.
Ci sono molti casi di motori che sembrano funzionare con energie alternative.
Ci sono anche parecchi inventori riconosciuti che credono di condurre esperimenti
legittimi. Anche se l’inventore ha prodotto un motore che funziona impiegando energia alternativa, non sottoscrivete nulla fino a quando si sia avuta una risposta chiara alla prossima domanda. |
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4. | È POSSIBILE RISALIRE ALLA FONTE ENERGETICA ORIGINARIA? |
Ci sono solo quattro fonti energetiche di base su questo pianeta: il sole, le forze
gravitazionali, l’interno della Terra e l’energia nucleare. Tutta l’energia che deriva
da fonti organiche può essere ricondotta alla luce solare. Lo stesso vale per
le fonti energetiche rinnovabili quali il sole e il vento. Le forze gravitazionali
danno luogo all’energia idroelettrica e delle maree. L’energia geotermica proviene
dall’interno della Terra. L’interno della Terra è caldo a causa del calore residuo
generato dall’accrescimento del pianeta e dal calore generato da tracce di minerali
radioattivi. Questo calore interno fornisce energia ai processi tettonici terrestri.
L’energia nucleare può essere generata tanto dalla rottura dell’atomo di elementi
instabili (nel caso della fissione) quanto dalla fusione di più atomi in uno
solo (nel caso della fusione). Se un inventore sostiene di attingere a fonti di energia di tipo diverso da queste quattro, o se non appare evidente alcuna fonte di energia chiara, ponetevi con atteggiamento scettico nei confronti della sua invenzione. L’inventore potrebbe anche essere un novello Galileo che ci sta donando l’energia scalare, rivoluzionando così le leggi dell’universo note, ma l’invenzione deve essere prima provata, dimostrata, verificata e (ancora più importante) resa concretamente disponibile. Non si può mangiare la foto di un hamburger. Si può solo mangiare l’hamburger vero e proprio. |
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5. | L’INVENZIONE SI CONTRAPPONE ALLE LEGGI DELLA TERMODINAMICA? |
La maggior parte delle altre domande in questa lista può essere raggruppata in una sola: l’invenzione sfida le Leggi della Termodinamica? Se la risposta è sì, c’è qualcosa che non va. Quali sono le Leggi della Termodinamica?
Lo scienziato ed autore C.P. Snow ha sviluppato un modo molto semplice e degno di nota per ricordare le tre leggi:
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6. | L’INVENTORE VANTA DEI RISULTATI STRAVAGANTI? |
L’inventore sostiene, per esempio, che la sua invenzione genererà con un litro
di petrolio più energia di quanta ne contenga un barile intero? La sua invenzione
funzionerà con qualsiasi cosa? Gli extraterrestri hanno fornito al promotore
il progetto per l’invenzione? L’invenzione «rimpiazzerà ogni altra fonte
energetica usata oggigiorno nell’ambito della civiltà umana»? Pretese di questo tipo sono segnali che l’invenzione dovrebbe essere trattata con grande scetticismo. |
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7. | L’INVENTORE PROCLAMA UN “INQUINAMENTO ZERO”? |
Non c’è modo di produrre energia da una sorgente che non produca una qualche forma di rifiuto (inquinamento). Anche l’eolico ed il solare producono rifiuti come conseguenza della costruzione delle turbine eoliche e delle celle solari (per quanto comparativamente pochi e solo nella fase di costruzione). Le celle combustibili a idrogeno generano rifiuti nel momento della produzione dell’idrogeno, sebbene si vada comunemente sostenendo che esse non producono altro che acqua. L’inquinamento viene semplicemente spostato in un luogo lontano dalla vista, nell’impianto di produzione dell’idrogeno. Le celle combustibili a idrogeno dipendono dai combustibili fossili per produrre l’idrogeno libero, per cui generano tutti gli inquinanti caratteristici della combustione degli idrocarburi; esse semplicemente spostano la generazione degli inquinanti dai singoli veicoli a un impianto centrale. Analogamente, anche i cavalli producono rifiuti; provate a chiedere a chiunque abbia mai ripulito una stalla. | |
8. | È POSSIBILE VEDERE PROGETTI, SCHEMI O ANALISI CHIMICHE CHE DIMOSTRINO IL FUNZIONAMENTO? |
Probabilmente, leggere un progetto o valutare un’analisi chimica richiederà
un po’ di istruzione tecnica. In ogni caso, il fatto che un inventore presenti tale
materiale potrebbe essere un segnale che le sue intenzioni sono oneste. O potrebbe semplicemente essere il sostegno di uno stratagemma molto elaborato. |
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9. | RICHIESTA DI INFRASTRUTTURE – LA FONTE ENERGETICA RICHIEDE CHE SIA UNA CORPORAZIONE A PRODURLA? COME VERRÀ TRASPORTATA ED IMPIEGATA? SARANNO NECESSARI NUOVI MOTORI, CONDOTTE E STAZIONI DI SERVIZIO? QUANTO COSTERANNO? CHI LI PAGHERÀ E COME? QUANTO TEMPO CI VORRÀ PER COSTRUIRLI? |
Queste domande non ci dicono se una fonte di energia alternativa può o meno
essere legittimata, ma ci dicono quanto può essere efficace da un punto di vista
pratico. Se il processo è complicato e richiede tecnici particolarmente qualificati,
macchinari sofisticati e lavorazioni elaborate, allora le maggiori imprese e/o i
governi probabilmente ne assumeranno il controllo. Questo lascia poco da aggiungere
in proposito. Rimarremo semplicemente consumatori che pagano la bolletta, o azionisti
che incassano i dividendi. I reattori nucleari autofertilizzanti hanno profili energetici eccellenti, anche migliori di quelli dei combustibili fossili. Ma se anche verranno mai perfezionati, potete scommeterci che non sarete in grado di costruirne uno in garage. Saranno invece posseduti e gestiti dalle grandi imprese. Gli scarti sono pericolosi e, in ogni caso, non c’è abbastanza uranio per soddisfare le esigenze energetiche mondiali – non con una popolazione esplosivamente in crescita. Uno studio del 1999 della Università della California ha rivelato che sono necessari oltre 3.000 litri di idrogeno gassoso per produrre la stessa energia prodotta da un litro di benzina. (http://darwin.bio.uci.edu/~sustain/global/sensem/Forrest98.htm). L’idrogeno compresso è altamente esplosivo. L’idrogeno liquido è prossimo ad eguagliare il contenuto energetico della benzina, ma è tanto freddo da spezzare i metalli impiegati nel sistema di alimentazione. Dove ci procureremo l’idrogeno? E se ci si affida a una tecnologia di punto zero per produrlo, quale sarà la resa energetica netta e da dove verranno i nuovi motori? Ci sono alcune tecnologie che offrono profili energetici netti efficienti (per quanto neppure comparabili a quelli dei combustibili fossili), e sono già disponibili per l’uso domestico. Generatori eolici, energia solare passiva (riscaldamento solare) e ruote a pale sono esempi di tali tecnologie. La generazione di metano dagli scarti dell’agricoltura ha ricevuto una qualche attenzione (particolarmente nelle culture tradizionali asiatiche) ma, generalmente, richiede macchinari avanzati ed è potenzialmente pericolosa poiché il metano è altamente infiammabile. |
La risposta al problema dell’esaurimento dell’energia non sta nello sviluppo di nuove fonti energetiche allo scopo di poter proseguire nel nostro stile di vita consumistico e distruttivo. Piuttosto, la risposta sta nello sviluppo di un nuovo stile di vita che tenda all’autosufficienza e alla sostenibilità.
Fonti relative a questo tipo di informazioni sono abbondanti in rete e anche altrove. Gli arretrati di Mother Earth News sono pieni di progetti per case energeticamente efficienti e di spunti per l’orticoltura organica. Analogamente, il Whole Earth Catalogue contiene una quantità di materiale. Su Internet, un ottimo punto di partenza è la ricerca tramite Google sulle comunità sostenibili o sulla permaculture. Consiglio il sito di Ted Trainer The Simple Way: http://www.arts.unsw.edu.au/tsw/. Non intendo sostenere che Ted abbia la risposta, ma il suo sito è un buon punto dal quale partire.
Dopo tutto, dobbiamo capire che non c’è speranza per alcuno di noi al di fuori di una comunità. Dobbiamo imparare a lavorare coi nostri vicini per sviluppare alternative sostenibili. Ciò è molto difficile per gli americano, cresciuti a base di duro individualismo e competizione. Però, è così che i nostri antenati, i primi colonizzatori di questo Paese, riuscirono a sopravvivere e ad aver successo. È anche il modo in cui prima di essi sopravvissero i nativi americani.
Può anche darsi che, lungo il cammino, si possa scoprire una qualità della vita che non siamo riusciti a cogliere, e a colmare il vuoto che abbiamo tentato di riempire con il consumismo di sfruttamento.
Traduzione di Aldo Carpanelli, pubblicata anche su Il sito di Carpanix
La versione originale inglese è disponibile su www.fromthewilderness.com