Il tram moderno. Una soluzione efficiente
al trasporto passeggeri nelle città anche dal punto di vista energetico.
Di Terenzio Longobardi
Pubblicato su www.aspoitalia.net
Gennaio 2005
Quando si affronta il problema energetico, spesso si tende a trascurare
il ruolo dei trasporti sull’andamento dei consumi energetici complessivi. Ora i
trasporti rappresentano l’attività che incide maggiormente nel bilancio
energetico nazionale con 43,8 Mtep, pari al 31,10% degli impieghi finali d’energia.
Come si può inoltre vedere dalle tabelle seguenti, in Italia il settore
dei trasporti è quello che ha avuto negli ultimi anni la crescita dei consumi
energetici più rilevante sia in valore assoluto sia a livello tendenziale.
Sempre in Italia, i trasporti sono responsabili del 60% dei consumi energetici complessivi di petrolio e
circa il 98% dell’energia utilizzata nel settore
dei trasporti proviene dal petrolio.
Tabella
7 - Bilancio energetico
nazionale di sintesi 2003 (Mtep).
|
Combustibili solidi |
Gas naturale |
Prodotti petroliferi |
Rinnovabili |
Energia elettrica |
Totale |
Produzione |
0,6 |
11,3 |
5,5 |
12,1 |
|
29,5 |
Importazione |
14,5 |
51,2 |
107,4 |
0,5 |
11,3 |
184,9 |
Esportazione |
0,1 |
|
22,1 |
0,0 |
0,1 |
22,3 |
Variazione scorte |
-0,3 |
-1,1 |
0,6 |
0,0 |
|
-0,8 |
Disponibilità per il consumo interno |
15,3 |
63,6 |
90,2 |
12,6 |
11,2 |
192,9 |
Consumi e perdite del settore energetico |
-1,0 |
-0,5 |
-6,1 |
0,0 |
-44,5 |
-52,1 |
Trasformazione in energia elettrica |
-10,3 |
-21,8 |
-15,4 |
-10,8 |
58,3 |
0,0 |
Impieghi finali |
4,0 |
41,3 |
68,7 |
1,8 |
25,0 |
140,8 |
Industria |
3,8 |
16,8 |
6,8 |
0,3 |
11,9 |
39,6 |
Trasporti |
|
0,4 |
42,4 |
0,2 |
0,8 |
43,8 |
Usi civili |
0,1 |
23,1 |
7,4 |
1,1 |
11,9 |
43,6 |
Agricoltura |
|
0,1 |
2,6 |
0,2 |
0,4 |
3,3 |
Usi non energetici |
0,1 |
0,9 |
6,2 |
|
|
7,2 |
Bunkeraggi |
|
|
3,3 |
|
|
3,3 |
Fonte: MAP - Bilancio Energetico Nazionale 2003.
Fonte: L’energia e i suoi numeri.
Italia 2000. ENEA
Come si può evincere dalla tabella seguente, i veicoli ad uso
collettivo sono in termini energetici nettamente più vantaggiosi dei veicoli ad
uso privato, sia in termini di consumo totale che di consumo specifico. All’interno
dei veicoli ad uso collettivo le prestazioni energetiche sono certamente a
favore delle modalità su ferro. Da tenere presente che il dato del consumo
specifico per le tranvie è qui riferito ad un materiale rotabile di vecchia
generazione, caratteristico delle poche linee tranviarie italiane scampate alla
distruzione del dopoguerra. I moderni tram articolati, molto più capienti hanno
un consumo specifico paragonabile a quello delle metropolitane. Inoltre, si
possono integrare tali dati con il consumo specifico delle autovetture
elettriche, variabile tra 0,7-1,6 MJ/pKm, corrispondente
a circa 17-38 gep/pKm.
Anche in termini di emissioni il confronto tra i vari veicoli è
favorevole a quelli collettivi su ferro. A titolo di esempio, l’emissione di anidride carbonica dovuta alla
produzione di elettricità per le tranvie moderne è di
Fonte: elaborazione Amici della Terra su
dati CORINAIR, CNT 2000.
gep/pKm = grammo equivalente di
petrolio/passeggero chilometro
Pertanto, appare chiaro che il problema della mobilità urbana in Italia è legato all’abnorme uso
del trasporto individuale, generatore di elevati consumi energetici, di
inquinamento, ma anche di un numero incredibile di morti e feriti per
incidenti, di congestione urbana, di costi economici stratosferici a carico
della società.
Uno studio del Centro Europeo Ambiente e Salute dell'OMS mostra l'impatto
sulla salute dei cittadini delle alte concentrazioni di inquinanti
nell'aria delle nostre città, calcolando le morti, i ricoveri ospedalieri ed i
casi di malattia imputabili alle concentrazioni medie annue di PM10.
L'impatto dell'inquinamento da PM10 sulla salute dei residenti stimato nelle
8 maggiori città italiane, ha rivelato che nella popolazione di oltre trenta
anni, il 4.7% di tutti i decessi osservati nel
1998, pari a 3.472 casi, è attribuibile al PM10
in eccesso di 30 microgrammi/metrocubo. Si sono
ottenute poi stime di migliaia di ricoveri per cause respiratorie e
cardiovascolari, e decine di migliaia di casi di bronchite acuta e asma fra i
bambini al di sotto dei quindici anni, che potrebbero essere evitati riducendo
le concentrazioni medie annue di PM10 a 30 micro
grammi/metrocubo.
I benefici potenzialmente raggiungibili dipendono naturalmente da quanto si
riducono le concentrazioni, non esistendo una soglia al di sotto della quale
non ci siano danni alla salute. Con abbassamenti in parte accentuati, i
benefici sarebbero in proporzione. Ad esempio per la mortalità (ma analoghe
considerazioni valgono per tutti gli esiti sanitari): riducendo l'inquinamento
a 40 microgrammi/metrocubo sarebbe possibile
evitare circa 2000 morti; riducendolo a 30 microgrammi/metrocubo sarebbe possibile evitarne
circa 3500; riducendo l'inquinamento a 20 microgrammi/metrocubo sarebbe possibile evitare
circa 5500 morti.
Gli economisti chiamano esternalità gli effetti di un’attività,
quando i loro costi non sono pagati da chi la esercita, ma ricadono
sull’ambiente e sulla collettività. La presenza di esternalità determina un
imperfetto funzionamento delle leggi di mercato; infatti, se i costi esterni
sono sopportati da terzi e non sono incorporati nei prezzi di mercato, questi
ultimi non sono in grado di assolvere la loro principale funzione, che è quella
di regolare l’equilibrio tra domanda e offerta. Noi usiamo troppa energia,
consumiamo troppi prodotti, ci spostiamo troppo con le nostre auto proprio
perché non sono addebitati i costi esterni di queste attività. Nel settore dei
trasporti, le principali categorie di esternalità individuate dall’Unione
Europea e per le quali è possibile quantificare i costi, sono: inquinamento
atmosferico, emissioni di gas serra, incidenti, rumore e congestione.
Gli Amici della Terra e le Ferrovie dello Stato, fin dal 1997 e con
cadenza annuale, hanno fornito un quadro complessivo delle esternalità prodotte
dai trasporti, mettendo a confronto tre diverse modalità: strada,
rotaia ed aereo.
Il Quarto Rapporto misura ancora una volta in termini economici il carico
imposto alla collettività dal sistema dei trasporti (più 100.000 milioni di euro l'anno, 200.000 miliardi delle vecchie lire !!, di cui quasi
il 95% dovuti al trasporto stradale); esso
conferma anche il vantaggio della rotaia rispetto alla modalità stradale e
aerea sia per il trasporto passeggeri che per quello merci.
Per affrontare questa vera e propria emergenza, credo sia utile fare
riferimento alle politiche europee più avanzate, come ad esempio quelle della
Francia.
Anche in Francia come in Italia, i sistemi
tranviari esistenti furono completamente smantellati per fare posto al
trasporto privato e alle esigenze dell’industria automobilistica nazionale. Ma
il crescere della congestione urbana conseguente a un modello di trasporto
tutto fondato sull’auto, indusse alcune città come Grenoble e Nantes a
realizzare nuove e innovative linee tranviarie. Sulla loro scia, anche
Strasburgo predispose un progetto di tranvia urbana i cui lavori, superata una
fase di scetticismo dei politici e diffidenza della popolazione locale,
iniziarono nel 1991 e si conclusero nel 1994.
Il tram a Strasburgo ha avuto un tale successo
che il Comune ha progettato una seconda linea urbana, i cui lavori si sono
conclusi nel 2000 e ha previsto altri ampliamenti della rete. La prima linea tranviaria ha quintuplicato i passeggeri rispetto al
servizio di pullman precedentemente esistente sullo stesso tracciato, gli
spostamenti complessivi con il mezzo pubblico sono passati dall’11% al 21%. Il bilancio del servizio tranviario è in attivo, con i
ricavi che superano del 20% i costi
di gestione (pensiamo che in Italia, quando va bene, i ricavi del trasporto
pubblico su gomma coprono appena il 30-35% dei costi di gestione), l’Azienda
dei trasporti pubblici della città di Strasburgo ha diminuito il deficit del 10%. La velocità commerciale del tram è
doppia di quella dei pullman.
Le ragioni di questo successo sono molteplici. Innanzi tutto, le
caratteristiche tecniche del tram, che è un vero gioiello della tecnologia. Confortevolezza, comodità, facile
accessibilità, economicità, sono gli elementi vincenti.
Le innovazioni tecniche più importanti dei nuovi tram sono:
-
Le moderne vetture articolate, che hanno consentito di realizzare lunghi
convogli di grande capacità, facilmente inseribili anche in strade strette e
tortuose: veicoli silenziosi e molto confortevoli;
-
la tecnologia del pavimento ribassato a livello dei marciapiedi di fermata;
-
i nuovi metodi di posa degli armamenti
tranviari in sede stradale,
che distribuendo i carichi mobili dei veicoli su una vasta superficie, e
utilizzando un insieme di materiali innovativi, consentono di evitare ogni
trasmissione di vibrazioni agli edifici adiacenti, e di ridurre la rumorosità
di questi veicoli, che oggi è di circa 20 decibel inferiore a quella degli autobus
e del traffico motorizzato in genere;
-
la grande sicurezza di frenatura che caratterizza i tram d’oggi, che oltre ad
essere dotati della normale frenatura dispongono anche di una frenatura d’emergenza
che agisce direttamente sulla rotaia con pattini elettromagnetici
articolati;
-
le nuove apparecchiature di trazione, basate prevalentemente sugli inverter;
-
la possibilità di far funzionare le vetture
tranviarie anche con due (o più) alimentazioni
elettriche del tutto
diverse: in particolare sia in corrente continua nei tratti urbani sia in
corrente alternata monofase su percorsi ferroviari (a velocità fino ai 100
km/ora).
Dal punto di vista della gestione, i
moderni tram hanno una capienza quattro volte maggiore dei pullman e, essendo
modulari, si possono aggiungere altre carrozze nei periodi di punta. Ciò
consente di utilizzare meno autisti, ed essendo questo il fattore che incide
per il 70% sui costi di gestione, si ottengono risparmi economici
sensibilissimi che, aggiunti all’aumento dei ricavi conseguente alla crescita esponenziale
dei passeggeri, determinano bilanci in attivo, impensabili per i servizi su
gomma.
Oggi, in Francia,
undici città hanno già in esercizio reti di tram moderni, con
vetture articolate a pavimento
ribassato e sono in previsione nuovi ampliamenti: Lilla, St.Etienne, Marsiglia, Nantes, Grenoble, Parigi,
Strasburgo, Rouen, Montpellier, Orleans, Lione, Bordeaux (in questa città si sta sperimentando per la prima volta un tipo di
alimentazione elettrica non aerea ma dal pavimento stradale), Tolone, Valenciennes, Mulhouse. All’ orizzonte 2005 saranno
in funzione in Francia 15 reti di
tramvie moderne, per oltre
In
tutti i paesi europei sono in corso progetti di sviluppo dei sistemi tranviari.
Questi sistemi di trasporto erano stati
invece conservati e ammodernati nella maggior parte delle città della Germania, Svizzera ed Austria, ed anche nei
principali centri dell’ Olanda e del Belgio.
Negli anni ’90 alla ripresa del sistema di
trasporto tranviario urbano in tutto il mondo ha fatto seguito un’evoluzione
importante nel trasporto locale su ferro che oggi rilancia il sistema tranviario anche nel territorio extraurbano,
consentendo la rivalutazione tecnico-economica di molti impianti ferroviari regionali prima ritenuti
comunemente superati o di esercizio troppo costoso.
L’ esempio è partito dalla città tedesca di Karlsruhe,
che ha sperimentato e sviluppato concretamente una nuova tecnologia per l’
inserimento di veicoli tranviari moderni sulla rete ferroviaria regionale e nazionale,
in modo da svolgere con questi la maggior parte dei servizi di ambito suburbano
ed extraurbano.
Questa nuova tecnologia apre grandi prospettive per i servizi regionali
su ferro, moltiplicandone la funzionalità per gli utenti - e quindi la
produttività - e abbattendone, nello stesso tempo, i costi di gestione. Essa può consentire di risanare linee ferroviarie regionali o
locali, che sono oggi deficitarie perché i loro servizi attuali non
rispondono più alle necessità della popolazione e perché sono organizzate con sistemi di esercizio
inutilmente costosi (sul modello delle grandi linee), trasformandole in tranvie veloci in sede propria.
In Italia,
A Torino è stata completato il prolungamento
della linea 4 e Milano, dopo aver introdotto su linee esistenti materiale
rotabile moderno, ha in costruzione due nuove linee tranviarie. Cagliari e
Napoli hanno importanti programmi di riqualificazione tranviaria. Ma ancora
molto deve e può essere fatto, cercando di superare i ritardi e le arretratezze
culturali ancora presenti in molte amministrazioni locali.
Terenzio Longobardi
terenzio_longobardi@yahoo.it