NFER: Di che cosa stiamo parlando?
Nota dell'Editore: Il seguente articolo chiarisce la dimensione e diffusione delle NFER (nuove fonti energetiche rinnovabili) in confronto alle fonti energetiche tradizionali, permettendoci di capire quanto lunga sia la strada da percorrere per il loro utilizzo estensivo.
Fonti rinnovabili nel mondo dal rapporto IEA Energy Outlook 2004
A parte le rinnovabili tradizionali, le NFER (eolico, fotovoltaico solare termico, solare termodinamico, biomasse da coltivazioni energetiche, biocombustibili) contribuiscono al bilancio energetico mondiale per lo 0.52%. E’ evidente che ci troviamo alla base iniziale della curva logistica di queste tecnologie. Ciò significa che, anche ammettendo ottimisticamente un’accelerazione forzata dalle costrizioni ambientali del tipo di quella, seguita per altri motivi, storicamente dal petrolio, la salita della curva richiederà almeno altrettanti anni, cioè almeno 50 anni. E nel frattempo, vista la stasi (per fortuna) del nucleare e la saturazione delle rinnovabili tradizionali, come pensiamo di far fronte al restante 78% del fabbisogno energetico? Come al solito prima di elucubrare qualsiasi soluzione occorre tenere conto delle dimensioni del problema, che visivamente appaiono più chiare nella figura seguente.
Fonti rinnovabili nella situazione italiana 2003 dal rapporto su Energia e Ambiente dell’ENEA
Le NFER contribuiscono al bilancio energetico del 2003 per lo 0.82%. Contabilizzando anche le rinnovabili convenzionali e la cogenerazione si perviene ad un contributo di circa il 7% (6.92%). Se poi, come fanno i nostri governanti, consideriamo rinnovabile anche l’elettricità importata dal nucleare francese e svizzero, si raggiunge la quota canonica del rinnovabile italiano al 12.7% e così siamo in linea con l’UE.
Rimane tuttavia il fatto che le NFER contribuiscono soltanto per lo 0.82%.
Visivamente la situazione è meglio rappresentata dalla seguente figura, in cui le NFER sono rappresentate dal piccolo spicchio rosso, la cui espansione nelle sue componenti è mostrata nella subtorta accanto.
Senza voler scoraggiare nessuno, occorre riportare il discorso nei termini dimensionali e temporali giusti, se si vuole effettivamente contribuire alla soluzione del problema. Occorre tenere presente, anche nel caso italiano, l’enormità della sfida che ci sta di fronte. Qualunque soluzione venga proposta deve fare i conti con la costante di tempo della curva logistica e con i costi, che vengono spesso ignorati nelle proposizioni di fede. Occorre pensare in termini strategici generazionali, cioè a come soddisfare il fabbisogno nazionale di energia per i prossimi decenni nella quota dell’87.3% oggi coperta con i combustibili fossili, articolando possibilmente il discorso nei settori d’impiego dell’energia, primo fra tutti quello più inquinante dei trasporti.
C’è tanto, ma tanto, lavoro da fare e per lungo tempo, che è necessario il passo costante e sicuro del maratoneta, piuttosto che quello rapido e di breve durata del centometrista.
Fonti rinnovabili nel mondo dal rapporto IEA Energy Outlook 2004
Tab.1 – Consumo mondiale di energia primaria nel 2002
Fonte energetica primaria | Energia prodotta nel 2002 | Energia equivalente al petrolio (Mtep) | Percento |
Combustibili fossili1 | 8261 Mtep | 8261 | 77.9% |
Nucleare2 | 2660 TWh | 5853 | 5.5% |
Idro-geotermoelettrico2 | 2676 TWh | 5893 | 5.5% |
Biomasse & Rifiuti | 1119 Mtep | 1119 | 10.5% |
NFER4 | 251 TWh | 553 | 0.52% |
Totale rinnovabili | 1763 | 16.6% | |
TOTALE ENERGIA | 10609 | 100% |
1Fonte: BP Statistical Review of Worl Energy 2004 2Fonte: IEA, Key World Energy Statistics 2004 3Fattore di conversione 1TWh = 0.22 Mtep 4Fonte: IEA, World Energy Outlook 2004 |
A parte le rinnovabili tradizionali, le NFER (eolico, fotovoltaico solare termico, solare termodinamico, biomasse da coltivazioni energetiche, biocombustibili) contribuiscono al bilancio energetico mondiale per lo 0.52%. E’ evidente che ci troviamo alla base iniziale della curva logistica di queste tecnologie. Ciò significa che, anche ammettendo ottimisticamente un’accelerazione forzata dalle costrizioni ambientali del tipo di quella, seguita per altri motivi, storicamente dal petrolio, la salita della curva richiederà almeno altrettanti anni, cioè almeno 50 anni. E nel frattempo, vista la stasi (per fortuna) del nucleare e la saturazione delle rinnovabili tradizionali, come pensiamo di far fronte al restante 78% del fabbisogno energetico? Come al solito prima di elucubrare qualsiasi soluzione occorre tenere conto delle dimensioni del problema, che visivamente appaiono più chiare nella figura seguente.
Fonti rinnovabili nella situazione italiana 2003 dal rapporto su Energia e Ambiente dell’ENEA
Tab.2 – Energia primaria in Italia nel 20031
FONTE PRIMARIA | Energia consumata nel 2003 | Energia equivalente al petrolio2 (Mtep) | Quota percentuale (%) |
Carbone | 15.3 Mtep | 15.3 | 7.90 |
Gas Naturale | 63.6 Mtep | 63.6 | 32.83 |
Petrolio | 90.2 Mtep | 90.2 | 46.57 |
Elettricità importata | 50.9 TWh | 11.2 | 5.78 |
Fonti rinnovabili tradizionali:
| 36.67 TWh 5.341 TWh 8916 TJ 85655 TJ | 8.068 1.175 0.213 2.047 | |
Totale energia rinnovabile tradizionale | 11.503 | 5.94 | |
NFER3:
| 1.458 TWh 0.023 TWh 4.493 TWh 673 TJ 3425 TJ 0.177 Mtep | 0.321 0.005 0.988 0.016 0.082 0.177 | |
Totale NFER | 1.589 | 0.82 | |
Cogenerazione | 12752 TJ | 0.305 | 0.16 |
Totale energia rinnovabile e cogenerazione | 13.397 | 6.92 | |
TOTALE ENERGIA | 193.74 | 100 |
1Fonte: ENEA, Energia e Ambiente 2004 2Fattore di conversione 1TWh = 0.22 Mtep 3NFER = Nuove Fonti Rinnovabili 4Il dato differisce leggermente da quello ufficiale per la presenza del contributo della legna |
Le NFER contribuiscono al bilancio energetico del 2003 per lo 0.82%. Contabilizzando anche le rinnovabili convenzionali e la cogenerazione si perviene ad un contributo di circa il 7% (6.92%). Se poi, come fanno i nostri governanti, consideriamo rinnovabile anche l’elettricità importata dal nucleare francese e svizzero, si raggiunge la quota canonica del rinnovabile italiano al 12.7% e così siamo in linea con l’UE.
Rimane tuttavia il fatto che le NFER contribuiscono soltanto per lo 0.82%.
Visivamente la situazione è meglio rappresentata dalla seguente figura, in cui le NFER sono rappresentate dal piccolo spicchio rosso, la cui espansione nelle sue componenti è mostrata nella subtorta accanto.
Senza voler scoraggiare nessuno, occorre riportare il discorso nei termini dimensionali e temporali giusti, se si vuole effettivamente contribuire alla soluzione del problema. Occorre tenere presente, anche nel caso italiano, l’enormità della sfida che ci sta di fronte. Qualunque soluzione venga proposta deve fare i conti con la costante di tempo della curva logistica e con i costi, che vengono spesso ignorati nelle proposizioni di fede. Occorre pensare in termini strategici generazionali, cioè a come soddisfare il fabbisogno nazionale di energia per i prossimi decenni nella quota dell’87.3% oggi coperta con i combustibili fossili, articolando possibilmente il discorso nei settori d’impiego dell’energia, primo fra tutti quello più inquinante dei trasporti.
C’è tanto, ma tanto, lavoro da fare e per lungo tempo, che è necessario il passo costante e sicuro del maratoneta, piuttosto che quello rapido e di breve durata del centometrista.