Benvenuto in ASPO Italia

Associazione per lo Studio del Picco del Petrolio

Sezione Italiana di ASPO International

 

Cos'è ASPO Italia?

ASPO Italia è la sezione italiana dell'associazione scientifica ASPO (Association for the Study of Peak Oil) il cui scopo principale è lo studio del Picco del Petrolio, delle sue gravi conseguenze sui sistemi ecologici, economici e sociali, e della mitigazione di questi effetti. Si occupa inoltre dell'esaurimento delle risorse non rinnovabili, dell'inquinamento, dei cambiamenti climatici, e più in generale dei limiti alla crescita economica. ASPO Italia è formata principalmente, ma non solo, da studiosi ed esperti nei campi dell'energia, delle risorse, dell'economia e dell'ambiente.

 

Cos'è il Picco del Petrolio?

Il Picco del Petrolio (Peak Oil, in inglese) è il momento in cui la produzione petrolifera di una regione, di una nazione o del mondo dovrebbe raggiungere il suo massimo. Dopo questo punto, essa declina inesorabilmente, con pesanti conseguenze sulla disponibilità di energia. Una fondamentale prova della correttezza di questa teoria fu data da M. King Hubbert quando, nel 1956, predisse correttamente che il picco della produzione petrolifera degli Stati Uniti sarebbe avvenuto intorno al 1970. 

Presentazione grafica sul Picco del Petrolio.

Per rimanere aggiornati c'è il Blog Risorse, Economia ed Ambiente

Verso un sistema energetico italiano basato sulle fonti rinnovabili

dai soci ASPO Italia 11/4/2023

 

ASPO Italia si è dotata di uno strumento autonomo di simulazione per Scenari Energetici Tutto Rinnovabile (ScETuR). Tale strumento è in grado di effettuare analisi su base oraria grazie le quali sono stati studiati dei primi scenari energetici a carattere propedeutico ed esplorativo che pubblichiamo nei documenti qui in allegato. Attraverso una laboriosa e proficua discussione interna è stato poi possibile raccogliere le analisi in un unico documento dal titolo Verso un sistema energetico italiano, basato sulle fonti rinnovabili pubblicato sulla repository Solar del CNR.
Si tratta di una prima parte del lavoro che abbiamo in programma di compiere. Questa prima parte è dedicata ad un’analisi introduttiva e alla presentazione di una serie di scenari che analizzano il problema dal lato della produzione.

Puoi leggere le prime analisi compiute con ScETuR nei PDF:

 

La Transizione

dai soci ASPO Italia 23/3/2022

ASPO-Italia, con i mezzi conoscitivi a sua disposizione, ha fatto qualche conto e propone un diverso approccio alla questione energetica: smettiamo di dire alle classi dirigenti che devono fare qualcosa per affrontare il problema ed iniziamo a dire, innanzitutto a noi stessi, cosa si deve e si può fare, in quale direzione si deve spingere, quali opzioni si devono accogliere e quali respingere.

Abbiamo preso i dati energetici dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) e di altre fonti e, ragionandoci sopra, siamo giunti alla conclusione che globalmente l’energia necessaria all’umanità potrebbe essere lasciata invariata rispetto a quella del 2019, o anche ridotta rispetto ai consumi dichiarati di energia primaria, producendola interamente da fonti rinnovabili e curando contemporaneamente uno dei problemi principali del mondo attuale che è l’ingiustizia nella distribuzione dell’energia che è poi la base di tutte le ingiustizie sociali ed economiche.
Facile? Niente affatto. I problemi sono molteplici e implicano grandi cambiamenti geopolitici, sociali, economici, demografici ecc. Per questi cambiamenti secondo noi vale la pena di lottare da oggi, donne e uomini, giovani e anziani, in uno sforzo collettivo ed epocale.
Il nostro contributo quantitativo, è un contributo aperto, cioè soggetto ad essere modificato dall’intelligenza collettiva, tecnici e scienziati sono benvenuti purché cerchino di rendere un servizio alla società nel suo insieme e non ai padroni del vapore (in senso letterale). Lo mettiamo a disposizione pronti a spiegarne genesi e fine, a modificarlo e a discuterlo.

 

 

Continua a leggere il documento sulla transizione nel PDF qui sotto

Modi

Come fuorviare l’opinione pubblica sul cambiamento climatico: il caso Exxon-Mobil

Di Dario Zampieri, 15/11/2017

Il confronto dei documenti scientifici interni ed esterni con gli articoli pubblicati a pagamento su quotidiani come New York Times e Washington Post, letti da milioni di cittadini, mostra come fin dagli anni ’70 la Exxon-Mobil abbia contribuito alla comprensione del cambiamento climatico antropogenico, ma abbia invece contemporaneamente seminato il dubbio tramite inserzioni pubblicitarie cammuffate da articoli.

 

Continua a leggere nel PDF allegato

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