Elettrico: la Saga Continua

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Dopo un primo documento sull'esperienza "elettrico è bello," continua qui la saga....

A un mese e mezzo dall'epica decisione di aquistare un motorino elettrico, continuo a raccontare le mie impressioni. Vi posso dire che l'oggetto sta cominciando ad acquistare certe caratteristiche "grigie" (nonostante sia rosso). Ovvero, sta prendendo l'aspetto normale di tutti quegli arnesi che utilizziamo giornalmente per il tran-tran da casa a lavoro: autobus, metropolitane, automobili, tutte cose alle quali non facciamo più caso. Questo è già qualcosa: l'oggetto elettrico si è rivelato abbastanza pratico e non mi fa sentire come gli antichi pionieri delle prime automobili che andavano in giro con dei vestiti buffi, sporchi d'olio fino alle orecchie, e con la manovella di avviamento in mano.

L'altro giorno, per dirne una, mentre ero fermo in silenzio totale a un semaforo, mi si è accostato un Ducati Monster che sferragliava con tutti i "vroom-vroom" del caso. L'impressione che ho avuto è stato una specie di flash mentale: mi sono visto con in mano un MP3 ipertecnologico mentre incrociavo la banda del paese.

Cio' detto, va anche riferito che andare in giro con un motorino elettrico ha ancora qualche caratteristica avventurosa, che procedo a dettagliare qui di seguito.

1. IL MOTORINO. Confermo le prime impressioni. L'aggeggio va decisamente bene. Silenzioso, scattante, si muove bene nel traffico e si arrampica su qualsiasi salita. Un avvertimento, però: questo è dovuto anche al motore da 1800 W, che - per quanto ne so - è il più potente attualmente sul mercato per questa categoria di veicoli elettrici. Ci sono in giro dei motorini che costano molto meno, ma hanno motori da soli 500 W. Stateci attenti, perchè quelli le salite non le fanno, a meno che non li guidi un criceto o creatura di massa equivalente. Sono da sconsigliarsi, a meno che non viviate nel centro della pianura padana.

Va detto anche che l'autonomia dell'aggeggio si è rivelata un po' più scarsa di quanto non si potesse supporre dalle specifiche, ovvero intorno ai 30 km, e forse anche qualcosina di meno, probabilmente a causa delle salite robuste che devo fare per il tragitto da casa a lavoro. Speravo sul recupero energetico in frenata per compensare l'effetto delle salite, ma questo evidentemente deve ancora essere perfezionato perché l'effetto mi sembra modesto. Comunque, è pur sempre un'autonomia sufficiente per un pendolarismo non troppo a lungo raggio.

Infine, l'oggetto è progettato per reggere un bel carico di batterie: il telaio è fatto con dei tubi di acciaio grossi come dei salamini milanesi. Per questo, le sospensioni sono anche loro "robuste," cioé dure, anzi di coccio. Questo causa un certo "effetto carriola" (inteso come il rumore tipico della stessa) quando si incappa in una buca. Quindi, se vedete un motorino elettrico avanzare a zig-zag lungo una strada diritta, sapete che non è necessariamente dovuto al fatto che il conducente è ubriaco!

2. LE SPINE. Ohimé, esistono almeno quattro tipi di prese alle colonnine di ricarica pubbliche. Questo ti costringe a portarti dietro spine e prolunghe varie. Inoltre, il governo italiano ha avuto l'idea geniale di fare una legge che obbliga le nuove colonnine di ricarica a usare una spina speciale a quattro buchi invece che i normali tre. Non so la ragione di questa meraviglia tecnologica, il fatto è che esiste solo una ditta in Italia autorizzata a fare queste spine, che costano 29 Euro l'una invece che gli 8-10 euro di una spina normale. Non solo, ma la mitica spina a quattro connettori deve essere modificata saldandoci dentro certi diodi e resistenze. Se uno vuole il "lavoro" fatto da un professionista, mi risulta che costi più di 50 Euro (!!). Se uno se lo vuole fare da se, ci può provare. Nel mio caso, la cosa ha richiesto la consulenza di diversi tecnici elettronici universitari, molteplici tentativi e un gran numero di moccoli e accidenti. Ora funziona, ma c'è voluto un mese e certi misteri sono rimasti insoluti.

3. LE COLONNINE. E' bello sapere che Firenze è la città con il maggior numero di colonnine di ricarica in Italia. Però, poco più di un centinaio di colonnine in un area urbana di mezzo milione di persone non è che siano tante. In più, non sono segnalate e qualche volta sembra che il comune abbia fatto uno sforzo voluto per nasconderle. Col tempo, mi sembra di aver sviluppato un sesto senso che mi segnala la loro presenza. Le "annuso" in vicinanza di edifici pubblici (scuole, uffici, ospedali, eccetera) che in qualche modo sembrano attirarle. Mi ricorda un po' una cosa che avevo letto a proposito di quando la gente andava a cavallo: sembra che sviluppassero la capacità di trovare fontane e sorgenti per abbeverare la bestia.

Comunque, anche trovare la colonnina di ricarica a volte non è sufficiente perchè la gente ci parcheggia davanti macchine o altri motorini, oppure ci si trovano davanti i cassonetti della nettezza urbana. Per chi blocca l'accesso in questo modo suggerisco pene draconiane, tipo spalmarli di nutella e legarli sopra un formicaio (possibilmente di formiche rosse).

Ho notato anche che i vecchi modelli di colonnine avevano degli sportelli a "armadietto", molto pratici. Quelli nuovi invece hanno uno sportello che si apre in verticale e sembra che l'idea che si potesse inventare un "fermo" che lo tenesse aperto da se è stata considerata poco dignitosa dai progettisti. Ora, questo implica che uno con un arto tiene aperto lo sportello, con un altro arto apre lo sportellino che rivela i buchi della presa, e con un ulteriore arto infila la spina. Organizzare i tre arti necessari per l'operazione è cosa molto agevole per gli abitanti del pianeta Zhubon, noti per la loro proboscide prensile. Per i terrestri, invece, l'operazione risulta leggermente più complicata, ma con l'uso appropriato del naso, del gomito, o altre protuberanze corporee, in qualche modo ci si riesce. Un altra soluzione sarebbe quella di condannare quelle geniali persone che hanno pensato bene di vandalizzare le colonnine spaccando gli sportelli, a essere legati alle colonnine stesse e tenere aperto lo sportello per i non-Zhuboniani che arrivano.


Per ora è tutto dall'epica saga. Dopo aver percorso 500 km in totale, sono al primo tagliando! La saga continua prossimamente qui.