La Conferenza di Rimini sul Picco del Petrolio: un'Opportunità mancata
www.aspoitalia.net
7 Novembre 2005
Esperti di tutto il mondo si sono riuniti per discutere di energia e delle prospettive del petrolio, per tre giorni completi dal ventisette al trenta ottobre a Rimini per il trentaduesimo congresso della fondazione Pio Manzù "l'anima dell'impero."
Il congresso era stato concepito inizialmente per discutere intorno al cosiddetto "protocollo di Rimini" proposto da Colin Campbell già due anni fa a un precedente congresso a Rimini. Campbell, fondatore e presidente onorario dell'associazione ASPO (association for the Study of Peak Oil and Gas) aveva concepito il protocollo intorno all'idea che i governi dovrebbero ridurre volontariamente il consumo di petrolio prima che questa debba essere una scelta obbligata per via della sua prossima carenza.
Tuttavia, di questo protocollo si è a mala pena accennato durante il congresso. Malgrado un certo numero di presentazioni eccellenti, compreso quella dello stesso Campbell, il congresso è sembrato aver perso la sua linea guida durante la preparazione. Le presentazioni hanno vagato sopra tantissimi temi, dalle nuove forme di energia alle considerazioni molto politiche sulla distribuzione della ricchezza del dopo picco. Alcuni dei colloqui erano troppo specializzati per il pubblico in cui sono stati forniti soltanto dei numeri circa le presunte riserve del petrolio. Altri interventi non erano niente di più che pubblicità per l'industria nucleare.
La sessione principale, quella che ha attratto un vasto pubblico e la maggior parte della attenzione dei media, può essere descritta al meglio come una "fiera della banalità." In questa sessione si sarebbe dovuto parlare del protocollo di Rimini ma - con l'eccezione notevole di James Schlesinger, ex direttore del CIA - gli industriali ed i politici hanno fatto a gara nel rassicurare il pubblico spiegando che tutto va bene e non c'è motivo di preoccuparsi per il picco del petrolio.
Tuttavia, si può sempre vedere il bicchiere come metà vuoto o come metà pieno. Anche se deludente per i contenuti, il congresso di Rimini è stato il primo congresso "ufficiale" sul picco del petrolio. Finora, discutere su tali argomenti era riservato a piccoli gruppi di eretici. Rimini è il primo caso in cui agenzie quali le Nazioni Unite, la Commissione Europea, il Governo italiano ed altri, ammettono che questo problema è qualcosa degno di attenzione. Se questo condurrà ad un maggiore dibattito pubblico è difficile da dire, ma possiamo sperare almeno che sia così.
7 Novembre 2005
Esperti di tutto il mondo si sono riuniti per discutere di energia e delle prospettive del petrolio, per tre giorni completi dal ventisette al trenta ottobre a Rimini per il trentaduesimo congresso della fondazione Pio Manzù "l'anima dell'impero."
Il congresso era stato concepito inizialmente per discutere intorno al cosiddetto "protocollo di Rimini" proposto da Colin Campbell già due anni fa a un precedente congresso a Rimini. Campbell, fondatore e presidente onorario dell'associazione ASPO (association for the Study of Peak Oil and Gas) aveva concepito il protocollo intorno all'idea che i governi dovrebbero ridurre volontariamente il consumo di petrolio prima che questa debba essere una scelta obbligata per via della sua prossima carenza.
Tuttavia, di questo protocollo si è a mala pena accennato durante il congresso. Malgrado un certo numero di presentazioni eccellenti, compreso quella dello stesso Campbell, il congresso è sembrato aver perso la sua linea guida durante la preparazione. Le presentazioni hanno vagato sopra tantissimi temi, dalle nuove forme di energia alle considerazioni molto politiche sulla distribuzione della ricchezza del dopo picco. Alcuni dei colloqui erano troppo specializzati per il pubblico in cui sono stati forniti soltanto dei numeri circa le presunte riserve del petrolio. Altri interventi non erano niente di più che pubblicità per l'industria nucleare.
La sessione principale, quella che ha attratto un vasto pubblico e la maggior parte della attenzione dei media, può essere descritta al meglio come una "fiera della banalità." In questa sessione si sarebbe dovuto parlare del protocollo di Rimini ma - con l'eccezione notevole di James Schlesinger, ex direttore del CIA - gli industriali ed i politici hanno fatto a gara nel rassicurare il pubblico spiegando che tutto va bene e non c'è motivo di preoccuparsi per il picco del petrolio.
Tuttavia, si può sempre vedere il bicchiere come metà vuoto o come metà pieno. Anche se deludente per i contenuti, il congresso di Rimini è stato il primo congresso "ufficiale" sul picco del petrolio. Finora, discutere su tali argomenti era riservato a piccoli gruppi di eretici. Rimini è il primo caso in cui agenzie quali le Nazioni Unite, la Commissione Europea, il Governo italiano ed altri, ammettono che questo problema è qualcosa degno di attenzione. Se questo condurrà ad un maggiore dibattito pubblico è difficile da dire, ma possiamo sperare almeno che sia così.