Quando il Petrolio non c'era: l'Alzaia di Telemaco Signorini

La recente esposizione (Settembre 2005) dell "L'alzaia" di Telemaco Signorini alla mostra dell'antiquariato di Firenze ha dato origine a questa riflessione.







Nel 1864, Telemaco Signorini dipingeva “L’Alzaia,” un quadro forse ineguagliato nella storia della pittura. Cinque uomini trascinano una pesante chiatta lungo l’argine (“alzaia”) dell’Arno, vicino a Firenze. La posizione e l’espressione dei soggetti, la dinamica del quadro che li rappresenta presi dall’alto in basso nella luce spietata del tramonto, tutto nella composizione da una sensazione quasi fisica della fatica e dell’abbrutimento del lavoro.

Al suo tempo, Signorini non era il solo a pensare al problema dell’emancipazione degli operai. C’era chi cercava delle soluzioni pratiche. Dieci anni prima del quadro, nel 1853, Barsanti e Matteucci avevano descritto il loro motore a scoppio, il primo della storia. Ma quel motore, pensato per funzionare usando idrogeno come carburante, rimase un giocattolo fino a verso la fine del secolo, quando divenne disponibile carburante derivato dalla distillazione del petrolio. Nel 1892, Rudolf Diesel brevettava il suo motore pensando di alimentarlo con olio vegetale. Anche questo carburante si rivelò troppo caro e il motore diesel divenne pratico solo con la disponibilità di carburanti derivati dal petrolio.

Oggi, ci sembra incredibile pensare che quei cinque uomini, con tutta la loro fatica, non potevano mettere insieme per lunghi periodi di tempo più di 500 watt o giù di li’, la potenza di un tagliasiepi di oggi. Signorini non sapeva che pochi anni prima del suo quadro, nel 1859, Edwin Drake perforava il primo pozzo petrolifero commerciale in Pennsylvania. Da allora, il petrolio è diventato abbondante e a buon mercato. Ai nostri tempi, sotto il cofano di una SUV media, che c’è chi usa oggi per portare i bambini a scuola, ci sono almeno 50 kW, l’equivalente di una lunga fila di 500 uomini che tirano. Ne è passata di acqua lungo l’argine da allora.

L’Alzaia è tornata visibile al pubblico recentemente dopo molti anni di oblio ed è stata “battuta” all’asta di Sotheby per svariati milioni di euro. Telemaco Signorini non avrebbe certamente immaginato che il suo quadro di rivolta sociale sarebbe diventato un oggetto desiderato da chi può permettersi queste cifre. I tempi cambiano e il grande ciclo del petrolio ci ha resi tutti ricchi - per ora. Ma è un ciclo che non durerà in eterno. Potrebbe, in effetti, essere già finito il tempo della grande abbondanza. Vedremo un giorno di nuovo file di poveracci a tirare una chiatta controcorrente?