Gaia di Sabbia: un commento all'ultimo libro di James Lovelock


James Lovelock e Lynn Margulis sono stati gli originatori, nei primi anni '70, del concetto di "Gaia," nome che avevano dato al sistema di autoregolazione della temperatura dell'ecosistema terrestre. Purtroppo, con il suo ultimo libro "La Vendetta di Gaia" (the Revenge of Gaia, Penguin 2006), Lovelock ha attribuito alla sua creatura caratteristiche umane che vanno ben oltre il concetto originale. Come un naufrago in un'isola deserta, sembra che Lovelock si sia costruito una donna di sabbia, l'abbia chiamata "Gaia" e con gli anni si sia convinto che è una donna vera, al punto da parlarci e di sentirla rispondere.

Per capire il concetto di "autoregolazione", tipico di Gaia, immaginiamo un ramo d'albero che si protende verso il centro del fiume. Una scimmia ci cammina sopra. Di conseguenza, il ramo si piega esattamente di quel tanto che basta da generare una forza uguale e contraria a quella del peso della scimmia; questo lo possiano chiamare, appunto, autoregolazione. Arriva un'altra scimmia, il ramo si piega ancora di più, "autoregolandosi" ancora una volta esattamente di quel tanto che basta per sostenere il peso di due scimmie. Arriva una terza scimmia; a questo punto il ramo cerca di autoregolarsi piegandosi ancora di più ma, ahimé, stavolta si piega troppo e si spezza, mandando le tre scimmie in bocca ai coccodrilli.

"Gaia" funziona in un modo simile, anche se i meccanismi di autoregolazione planetaria sono molto più complessi e variegati di quelli di un semplice ramo che si piega sotto un carico. Nel caso di Gaia, gli stimoli possono essere variazioni nella radiazione solare o nella concentrazione di gas serra. La reazione di autoregolazione è una stabilizzazione della temperatura. Anche Gaia, però, può andare in sovraccarico se si esagera. Il risultato è un collasso disastroso, come è successo più di una volta nel passato, quando la terra si è ridotta a una palla di ghiaccio o a un deserto assolato. La situazione attuale, con gli esseri umani che immettono grandi quantità di gas serra nell'atmosfera, potrebbe portarci veramente a una catastrofe climatica in tempi non troppo lontani nel futuro. Questo potrebbe essere il "cambiamento climatico brusco" (Abrupt Climate Change, o ACC) di cui si parla molto in questi ultimi tempi.

Non c'è niente di male nell'usare il concetto di Gaia come una metafora per questi meccanismi di autoregolazione. Ci sono tantissime metafore del genere in ingegneria dove si parla di sistemi che si autoregolano, di materiali "intelligenti" e cose del genere. Tutti capiscono benissimo, comunque, che sono solo, appunto, metafore, modi di dire per qualcosa che non è nè intelligente né veramente si "autoregola" in termini di volontà conscia. Ma bisogna stare attenti a non perdere il senso della realtà. Sarebbe scemo dire che "lo scopo del ramo è di sostenere le scimmie". Sarebbe ancora più scemo dire che il ramo si spezza per vendicarsi delle scimmie che lo hanno fatto piegare troppo. Eppure, questo è quello che Lovelock dice a proposito di Gaia nel suo ultimo libro. Senza troppi peli sulla lingua, Lovelock parla dello "scopo" di Gaia: regolare la temperatura del pianeta. Non solo, ma il titolo stesso parla di "vendetta" di Gaia, il che potrebbe essere preso come una metafora ma, dal testo del libro, forse anche no.

Molta gente ha una visione religiosa della realtà e normalmente non si ritiene che questo sia una cosa negativa. Cosa c'è di male, dunque, a vedere Gaia come una vera e propria divinità della terra? Dire, "State buoni, che sennò Gaia si arrabbia" potrebbe essere un'esortazione efficace tener buoni quelli (non pochi) che non hanno strumenti intellettuali adatti a capire il funzionamento degli ecosistemi planetari. Ma, al momento, il dibattito si sta svolgendo secondo linee completamente diverse. Non si tratta di persuadere il popolo ignorante ad adorare la dea Gaia, ma di convincere della gravità della situazione le persone che hanno in mano il potere di prendere decisioni importanti. Queste persone, politici, intellettuali, dirigenti, eccetera, hanno raramente una preparazione scientifica ma sono anche persone intelligenti e non li si prendono in giro facilmente con storielle. Essere etichettati come "adoratori di Gaia" non è, al momento attuale, il modo migliore per presentarsi nel dibattito.

Questo di vedere Gaia come se fosse una creatura vivente dotata di coscienza non è il solo problema del libro di Lovelock. Il fatto è che questo è un libro fatto male, mal strutturato e pieno di errori. Un libro, dispiace dirlo, "senile" dove l'autore sembra aver raggiunto e superato la barriera della criticabilità e dove non si preoccupa più di giustificare quello che dice. Lovelock non ammette e non discute punti di vista diversi dal suo. Se qualcuno sostiene, per esempio, che l'esistenza di Gaia è in antitesi con la selezione naturale secondo Darwin, allora al diavolo Darwin. Gaia, come ogni divinità che si rispetti, è la sua propria giustificazione.

Peggio ancora, Lovelock si lancia a concionare in campi dove non ha competenza, come sull'energia rinnovabile, arrivando a errori ridicoli. A pagina 87, per esempio, dice che nel Wales c'è una casa con un tetto fotovoltaico da 3 kilowatt e che "il costo dell'installazione è stato comparabile a quello della casa" e che ci si aspetta "che duri 10 anni". Ora, 3kW di pannelli fotovoltaici installati costano al giorno d'oggi intorno ai ventimila euro ed è probabile che una casa decente nel Wales costi almeno dieci volte tanto. Lo stesso vale per la durata dei pannelli che oggi sono garantiti per 25 anni dal costruttore, ma che nella pratica possono durare molto di più.

Come è possibile che Lovelock sia arrivato a sballare così completamente i dati per costi e durata dei pannelli fotovoltaici? Beh, se ci pensiamo un momento, venti o trent'anni fa i pannelli fotovoltaici erano effettivamente molto più costosi di oggi, anche un fattore 10 o più, e duravano molto meno. Lovelock sta semplicemente riportando i dati di trent'anni fa come se fossero validi ancora oggi. Confondere il passato con il presente è, purtroppo, una caratteristica delle persone molto anziane. Dispiace dirlo, ma vedete che cosa intendevo quando parlavo di un libro senile? E quello del fotovoltaico è solo un esempio di una trattazione sulla quale è meglio stendere un velo pietoso.

Che affidabilità si può dare a una persona che fa sbagli del genere a riportare i dati? Come si può dargli retta quando pretende di avvisarti che la catastrofe climatica è in arrivo? E' un peccato, perché Lovelock è ben noto e qui avrebbe potuto fare un servizio al pianeta (a "Gaia," se vogliamo) presentando correttamente il rischio del "cambiamento climatico brusco" a gente che non ne ha mai sentito neanche parlare. Purtroppo, è un'occasione perduta e questo libro rischia di fare gravi danni alla causa che Lovelock stesso sta cercando di perorare. Non c'è che metterci una pietra sopra è continuare: alla fine la verità sarà evidente a tutti, speriamo solo che non sia troppo tardi.


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